cooperativa La Marmote Albergo Diffuso di Paluzza
Udine - Friuli Venezia Giulia

Passione
Settore
Servizi
albergo diffuso,montagna,turismo,viaggi
2014
Nasce nel
Turismo virtuoso

Un gruppo di ragazzi che con l’intuizione di un albergo diffuso è riuscito a rilanciare un intero territorio

La Cooperativa “La Marmote” Albergo Diffuso di Paluzza è stata fondata nel 2014 da 11 soci a Paluzza in Carnia con lo scopo di recuperare e riportare alla vita edifici altrimenti non utilizzati destinandoli a ricettività turistica di cui ha la gestione. L’idea di mettersi insieme per riunire gli sforzi è venuta a 11 proprietari di Paluzza, Cleulis e Timau che, con la partecipazione del Comune, avevano deciso di non lasciare all’abbandono gli edifici avuti in eredità, ma di riportarli a nuova vita usufruendo anche delle opportunità offerte dalla Comunità Europea e dalla Regione FVG con le nuove iniziative a sostegno della montagna. La formula prescelta è stata quella dell’Albergo Diffuso con il duplice scopo di recuperare edifici ancora validi ma poco attraenti dal punto di vista estetico e di portare nuova vita nella valle con un’offerta ricettiva destinata soprattutto alle famiglie.
La valle del But, così come tutta la Carnia, è una zona molto bella dal punto di vista paesaggistico e naturalistico ma era purtroppo poco conosciuta con la conseguenza che l’economia locale era rivolta principalmente a se stessa senza apporti provenienti dall’esterno. Ora si può affermare che l’idea iniziale si è rivelata azzeccata perché col tempo le presenze turistiche sono passate da zero a circa seimila all’anno. Seimila persone, italiane e straniere, che utilizzando gli appartamenti restaurati ogni anno hanno camminato, sciato e ammirato questi luoghi con la non trascurabile conseguenza di aver fatto la spesa, mangiato e fatto acquisti nelle attività commerciali della zona. Un contributo ulteriore, forse piccolo ma non trascurabile, all’apertura dell’economia verso l’esterno.
Le maggiori soddisfazioni sono state dapprima quella di vedere queste persone ritornare anno dopo anno, segno che la bellezza dei luoghi ha fatto presa, ma anche percepire le reazioni degli esercenti del luogo che, dapprima scettici ma via via sempre più convinti, adeguano la propria offerta alla nuova clientela col risultato di migliorarla anche a beneficio della popolazione locale con orari di apertura allargati e maggiore scelta. Così l’opportunità di porre rimedio alle conseguenze del grande fenomeno dell’emigrazione che ha impoverito le zone di montagna, mediante la fruizione del finanziamento europeo e regionale, ha consentito di raggiungere gli obiettivi con il risultato che ora quegli edifici sono tornati alla vita e vengono utilizzati da persone che nulla sapevano di questi luoghi.
Ognuno degli edifici ha le proprie peculiarità: chi ha ristrutturato rispettando rigidamente le caratteristiche dell’immobile originale adeguandolo alle normative correnti, chi invece ha dovuto modificarlo per farlo rientrare nelle norme antisismiche, chi invece si è lanciato nell’utilizzo delle più moderne tecniche di edilizia ecosostenibile per ottenere immobili a basso consumo energetico, alcuni addirittura senza l’utilizzo di alcuna forma di combustibile fossile inquinante. Quindi niente gasolio, gas metano, gpl, e tantomeno carbone, ma pompa di calore alimentata dalla locale centrale, anch’essa Cooperativa, che utilizza la forza del torrente But per la produzione di energia.
Chissà che venendo a passare le proprie ferie in questi edifici non si diffonda piano piano anche nelle città la cultura della casa ecosostenibile che necessita di poca energia per riscaldarsi e raffreddarsi, aggiungendo così un ulteriore risultato all’idea iniziale degli undici soci fondatori della cooperativa.