cooperativa Insieme a Piazza san Giovanni
Salerno - Campania

Comunita
Settore
Welfare
Giovani,disagio,sociale
2003
Nasce nel
Dalla parte della vita

Una comunità di persone specializzate nel raddrizzare le esistenze che si sono complicate nel corso degli anni

La Cooperativa sociale “Insieme a Piazza San Giovanni” nasce nel Febbraio del 2003 dall’iniziativa dei soci dell’Associazione di Volontariato “Gruppo Operativo Insieme” di Angri (SA). La cooperativa è formata da 11 soci. Al centro dell’azione della cooperativa si colloca la persona, dotata di diritti, doveri e responsabilità, con l’obiettivo di promuovere solidarietà, giustizia ed integrità. Molteplici sono state le attività svolte nel corso degli anni in questo senso e plurime le sfide affrontate dalla cooperativa. Ma quella che li ha inorgogliti di più è quella relativa a un caso di cui si sono occupati qualche anno fa, che rende, più di ogni altra testimonianza, il senso e l’anima di questa cooperativa.
È la storia di una giovane albanese che nel 2011 era arrivata nella comunità “La Locanda di Arianna”, all’età di 12 anni, in condizioni psicofisiche molto gravi, visto che veniva da anni di maltrattamenti domestici da parte del padre. Nell’attesa che la giustizia facesse il suo corso, la minore venne accolta da professionisti che gradualmente riuscirono a creare per lei un clima confortevole e tranquillo. I vari tentativi di riavvicinamento del padre non resero il lavoro degli operatori più semplice. Appostamenti fuori scuola o sotto la sede resero la giovane ancora più psicologicamente fragile, costringendo il personale della comunità a proteggerla anche fisicamente. Per molti anni la ragazzina ha sofferto di attacchi di panico e disturbi correlati al mancato superamento delle sue traumatiche esperienze che hanno richiesto interventi continuativi e specifici.
All’ingresso in comunità la giovane presentava un evidente senso di sfiducia verso chiunque, solo con molta pazienza gli operatori sono riusciti a costruire con lei un rapporto di apertura. La minore pian piano, infatti, è riuscita ad affrontare con forza e coraggio le sue difficoltà e debolezze ed ha cominciato a costruire rapporti di amicizia e collaborazione anche con gli altri accolti. La sua impulsività si è mitigata con il passare degli anni e anche le sue difficoltà di accettazione ed integrazione in un contesto differente da quello di origine. La cooperativa ha continuato a sostenerla con tenacia e dedizione nel corso di questi lunghi anni di lotte giudiziarie, a cui purtroppo ancora non è stata scritta la parola fine.
Nel rispetto dei principi di base per cui è stata creata, essa si è battuta a lungo per assicurare una vita quanto più normale alla giovane ragazza, permettendo che ella continuasse il suo percorso educativo in comunità e non consentendo al malato contesto familiare di influire negativamente sulla sua crescita. La cooperativa si è battuta affinché il principio inviolabile di ogni persona di crescere in un contesto sano, di essere protetto e accudito venisse rispettato. L’obiettivo è stato quello di permettere alla ragazza di sviluppare un’autonomia personale e sociale che le consentisse di ottenere una qualità di vita migliore. È stata supportata nel suo percorso scolastico e, in seguito, lavorativo, da professionisti che sono riusciti a motivarla e darle coraggio costantemente.
Oggi la protagonista di questa storia ha raggiunto quasi il suo ventunesimo anno di età ed è pronta a lasciare la comunità in cui ha vissuto per otto anni. È un successo per la cooperativa vedere come oggi sia diventata una giovane donna, molto coraggiosa, forte e intraprendente. È riuscita a diplomarsi con ottimi voti, a trovare un lavoro che le permette di essere indipendente e a costruire una relazione amorosa stabile e soddisfacente. La sua triste esperienza, grazie al supporto dei professionisti che l’hanno seguita in questi anni e alla tenacia con cui la cooperativa si è battuta per lei, non ha contaminato la sua storia di vita e nonostante la giustizia non abbia ancora permesso alla suddetta di chiudere definitivamente questa dolorosa esperienza, ella ha sviluppato una forte resilienza che oggi le permette di affrontare le numerose sfide che le si pongono davanti.