cooperativa Gruppo Multiservizi
Trento - Trentino Alto Adige/Süd Tirol

Comunita
Settore
Servizi
territorio
1986
Nasce nel
La società muore senza lavoro

Non solo l’economia risente della mancanza di occupazione, ma l’intera comunità. Parla Germano Preghenella, presidente del gruppo Multiservizi di Mezzocorona, una realtà da 375 dipendenti.

a cura di Franco de Battaglia

Sono Germano Preghenella e provengo da Roveré della Luna, dove sono nato. Poi sono cresciuto a Mezzocorona. Ho 50 anni e non mi pare di avere particolari meriti: ho due figlie, cerco di seguirle e di star loro vicino, amo il mio lavoro, ma a volte ne sento un rapporto un po’ conflittuale… sempre a dividere il tempo fra casa e ufficio… Sì, ho fatto crescere la realtà cooperativa nella Rotaliana. Da una cooperativa di lavoro, la Multiservizi, sono scaturite altre due cooperative sociali, la Antropos e Lavoro & Occupazione. Ne sono stato direttore, poi presidente. Ed ora, da poco, sono entrato nel consiglio della Camera di Commercio, prendendo il posto di Diego Schelfi. Non so perché il nuovo presidente Fracalossi mi abbia indicato: forse perché pensa che in quel terreno di incontro fra categorie economiche – a mio avviso sempre più importante – fosse utile avere un cooperatore con una particolare esperienza nei problemi del lavoro. Oggi il lavoro torna centrale.
È più importante creare lavoro che fare marketing, innovazione… tutto serve, certo, tutto promuove un territorio, ma tutto deve essere finalizzato al lavoro. Lo vediamo. Non solo l’economia, ma la società muore senza lavoro. Una società non può vivere di formule. O di sovvenzioni, di facilitazioni. Le sovvenzioni rovinano le persone prima delle aziende. Poi è vero, sono una persona “normale”, ma una vocazione ce l’ho, e l’ho seguita nella mia vita: ed è stata quella di fare attività capaci di “dare lavoro”. Come ho iniziato? Quasi per caso. Provengo da una famiglia di imprenditori, a casa il lavoro c’era. Sembrava assodato che seguissi l’attività familiare. Era il 1987, dovevo andare militare, aspettavo la chiamata, e i miei genitori mi dissero: “Non stare senza fare nulla, prova ad andare alla cooperativa Multiservizi, forse hanno un lavoretto per un paio di mesi”.
Era presidente Renzo Pichler, aveva bisogno di qualcuno che seguisse alcuni cantieri. Restai due mesi, poi andai soldato. Ma in caserma mi arrivò una lettera che convocava l’assemblea dei soci, e non erano solo soci, erano persone che avevo conosciuto, di cui sapevo i problemi, le vite… Chiesi una licenza e ci andai. Mi appassionai. Così quando la leva finì e Pichler mi disse. “Vieni ancora con noi”, risposi di sì, e lì trovai un mondo che mi stimolava, mi impegnava, con la cooperativa che era di servizio alle imprese, che garantiva le pulizie e curava il verde, e dava lavoro a chi l’aveva perduto. Erano gli anni dopo la Grundig e il Trentino affrontava la sua prima – forse più grave – crisi industriale, con migliaia di lavoratori e lavoratrici, per lo più fasce deboli, espulsi. Era prioritario consentire a chi si trovava a casa di non perdere tutto. Era fondamentale che potessero agganciare al futuro i contributi per la pensione. Occorrevano quindi lavori “ponte”. Restai.
Ora sorrido: forse già allora il mio hobby era di tagliare bene i prati, che sembra facile, ma non lo è, e occorre fare attenzione che un “taglio” malfatto non diffonda le erbacce. La malerba, in questo senso, è la disoccupazione. Feci così la mia scelta. Poi, nel 2005,dalla Multiservizi sono nate le due cooperative sociali “Lavoro & occupazione” per l’inserimento di persone deboli” e “Antropos”, per i servizi alla persona, l’assistenza, i pasti a domicilio. Nel 2008 sono diventato direttore di tutte tre le cooperative per coordinarle e risparmiare, poi presidente…
Ma si è creato un collo di bottiglia, occorre restituire responsabilità a chi dirige e guida le cooperative. Anche perché compito delle cooperative non è solo realizzare i loro obiettivi, non solo vincere appalti di fronte a concorrenze agguerrite (e non sempre leali), ma preparare classe dirigente. Non basta avere un bravo direttore e poi lasciarsi il vuoto dietro, così che poi occorre affidarsi ai “cacciatori di teste” per la sostituzione… che arrivano spesso “supermanager” per cui il lavoro è soprattutto un gradino verso altre occupazioni. Occorre, invece, radicare lavoro ed esperienze, e l’unico modo è far sì che i giovani lavorino insieme, fra di loro e con gli anziani, e che facciano gruppo. Ecco – se vogliamo – la mia piccola “specialità” è di fare gruppo, di promuovere il lavoro insieme, che richiede rigore (puntualità, dedizione, dimenticarsi dell’orologio ogni tanto) ma anche umanità: capire i casi personali, le esigenze della famiglia.
Chi sta bene in famiglia lavora meglio. Forse anche per questo che ho scelto di lavorare in cooperativa, perché consente questa dimensione umana del lavorare. Sì, tanti amici me l’hanno detto! “Caro Preghenella, tu sei stato folgorato dalla Cooperazione sulla via di Damasco, o meglio di Mezzocorona! Ma tuo padre, con l’azienda di famiglia che ti aspettava, non sarà stato così contento”! Che dire? Sono grato alla mia famiglia e a mio padre, un grande lavoratore e un papà molto affettuoso. Mi ha insegnato l’impegno e l’orgoglio del lavoro – che ora io cerco di trasmettere – e al tempo stesso mi ha lasciato grande libertà: “La scelta è tua”, mi diceva.
Ma la scelta non era solo di libertà personale, era di metodo, potremmo dire. Perché per fare bene un lavoro occorre amarlo, sentirlo proprio. A volte mi pare di capire che la crisi in atto deriva anche dal fatto che troppi lavori vengono fatti per ripiego – magari per necessità – in modo precario, di malavoglia. Il lavoro è parte della vita, non è una saracinesca che si chiude. Adesso il gruppo Multiserivizi ha 375 dipendenti di cui 200 circa a tempo indeterminato e 175 stagionali, ma con stagioni “lunghe”, sei, nove mesi. Lavoriamo per il 70 per cento con il pubblico e il 30 per cento con i privati, che sono in aumento. Abbiamo vinto importanti appalti l’ultimo dei quali per la gestione del nuovo studentato di Bolzano (assieme al Consorzio Lavoro Ambiente) ed abbiamo una rete di presenze notevoli. Il cuore delle attività resta la Rotaliana, ma ci estendiamo da Vipiteno a Dossobuono (Verona) da Moena a Vermiglio.
Da quel lontano 1987, però, anche le prospettive di lavoro sono cambiate. Allora le cooperative di produzione lavoro servivano per agganciare il lavoro che si era perduto ad una possibilità pensionistica di sopravvivenza. Oggi ci stiamo attrezzando per dare risposta ai giovani che “cercano” lavoro, non solo manuale (che resta una dimensione importantissima) ma secondo la loro preparazione: lingue, computer… Sui giovani poi, devo dire che hanno spirito di adattamento, ma dobbiamo costruire occasioni perché possano lavorare “insieme”. E’ poi questa la vera ragione che mi ha spinto: cooperative non solo come imprese, ma come parte della comunità, del territorio. Se lavori con gli altri, per gli altri, nessuno ti toglierà mai ciò che hai fatto, Nessuno potrà derubarti del tuo vero patrimonio. È questo lo spirito con cui affronto anche la mia nuova esperienza alla Camera di Commercio. Germano Preghenella