cooperativa Detto Fatto
Milano - Lombardia

Solidarieta
Settore
Servizi
detenuti,facilities
1984
Nasce nel
Al lavoro… Per il raddoppio

Una specializzazione nel campo delle facilities, diventata un veicolo di inclusione sociale per i detenuti

DETTO FATTO è una Società Cooperativa Sociale fondata nel 1984 da un gruppo di cittadini della Parrocchia della Parpagliona dove era coadiutore don Virginio Colmegna. Detto Fatto opera sul territorio di Milano e hinterland nei settori pulizie, trasporti, servizi museali e servizi alla città. A 35 anni dalla nascita, Simone e Stephane, colleghi giovani nati dopo la cooperativa, hanno incontrato alcuni dei fondatori. A loro hanno posto una domanda: quali sfide e desideri hanno dato vita a Detto Fatto e quali fanno progettare oggi il futuro della nostra cooperativa? «L’idea nacque dal piccolo quartiere Parpagliona di Sesto San Giovanni, dove un gruppo di persone intuì che fosse necessario mettere in risalto il tema del lavoro per i giovani e per i disabili in un territorio già in fase di forte de-industrializzazione».
Così l’avvocato Alberto Guariso, uno dei fondatori e primo presidente della cooperativa, descrive le motivazioni che portarono alla nascita di questa realtà ormai oggi consolidata e apprezzata sul territorio. «La cosa più bella è stata trovare la volontà e la disponibilità di tantissime persone anziane sul territorio disposte a trasmettere, non senza difficoltà, le proprie competenze professionali alle nuove generazioni prive di esperienza sul campo», continua Guariso. La volontà di offrire contributi concreti alle famiglie e l’orientarsi su quello che è ancora oggi il servizio più richiesto, le pulizie, contribuì a superare le iniziali difficoltà della ricerca di nuove commesse dovute anche alla concorrenza delle altre cooperative già presenti sul territorio e alle varie associazioni di volontariato.
Anche la scelta del nome “Detto Fatto” è legata alle aspettative e agli obiettivi dei soci fondatori: un’idea che resta ancora oggi elemento distintivo per la Cooperativa anche nei nuovi servizi offerti come quelli museali. Alla fine degli anni ’80, la rilettura degli anni di piombo apre una nuova possibilità di intervento sul territorio. «La partecipazione emotiva di Detto Fatto al dibattito della società civile su temi eticamente importanti ci vide impegnati con delle opere concrete come il reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro grazie alla preziosa attività di Don Virginio Colmegna – confessa l’avvocato Guariso –. I detenuti potevano riacquistare una propria dignità e iniziare un percorso di riscatto sociale anche attraverso mostre d’arte promosse direttamente dalla Cooperativa con opere realizzate dagli stessi detenuti».
Detto Fatto è nata da un patto di solidarietà fra generazioni diverse, dall’unione di professionalità differenti. Gli strumenti gestionali degli inizi sono stati il rigore del lavoro e l’affetto nelle relazioni fra lavoratori, volontari e sostenitori. La difficoltà più grande nei primi anni è stata quella di trovare commesse che dessero continuità di occupazione alle persone. Alberto Guariso ci lascia con alcune raccomandazioni: «Il continuo impegno sociale, la valorizzazione e la dignità del lavoro, l’attenzione alle nuove categorie di persone svantaggiate (giovani disoccupati, migranti, esodati, stranieri) rappresentano la sfida e lo stimolo più grande per la Cooperativa Detto Fatto anche per il futuro.
I lavori a basso contenuto professionale possono ancora espandersi ma non possiamo adagiarci su questi settori di lavoro e soprattutto non dobbiamo accettare le logiche ad essi sottesi quali la ghettizzazione. Soprattutto dobbiamo rimettere in discussione tutta la catena economica che produce ingiustizie e poca dignità per i lavoratori. Le cooperative devono aiutare a ripensare il mondo del lavoro: il lavoro ha dignità e deve essere pagato adeguatamente; non deve ghettizzare i lavoratori ma aprire e contaminare. Lo slancio degli inizi che ha saputo raccogliere solidarietà trasversali deve darci oggi la forza di esplorare settori innovativi! Con questo mandato ci prepariamo per i prossimi 35 anni!».