cooperativa Cooperativa per il restauro
Milano - Lombardia

Passione
Settore
Cultura
restauro,arte
1989
Nasce nel
Custodi di bellezza

Con i loro restauri hanno contribuito a preservare autentici simboli di storia cultura

Nel 2019 Cooperativa per il restauro compie 30 anni. Tante le soddisfazioni, innumerevoli i consensi raccolti ed i riconoscimenti per il loro operato. Due grandi lavori, in particolare, sintetizzano la qualità e l’impegno di questa realtà. Nel 1997 il restauro dell’Arengario di Monza, in occasione della presentazione dell’intervento il direttore dei lavori li presentò come “gli scatenati del restauro”: mai come allora si sono sentiti proprio così, coscienti del loro ruolo ma ancora giovani e pieni di risorse ed energia. E poi un articolo apparso nel 2010 su “Il giornale dell’architettura” in cui ancora un direttore dei lavori nonché funzionario della Soprintendenza, senza neanche avvisarci, parlava di loro in termini lusinghieri, riferendo del loro intervento in occasione della riapertura al pubblico del Teatro Colon a Buenos Aires. Alla socia che vi aveva lavorato, veniva riconosciuto il ruolo di punto di riferimento dei tanti restauratori argentini attivi nel cantiere.
Era esattamente questo che evevano voluto e che continuano a volere anche oggi: non più giovanissimi, ma forti di esperienza e conoscenza, vogliono trasferire le loro competenze alle nuove generazioni, ad altri paesi. Fra queste due tappe importantissime fino ai giorni nostri si snoda un “fil rouge”, il motivo ricorrente della loro crescita professionale, che ha avuto il suo scenario presso il Teatro alla Scala di Milano. La prima occasione gli è stata offerta nel 1999, quando Akzo Nobel si fece carico, in qualità di sponsor, dell’intervento di recupero delle facciate. Gli fu data l’opportunità di investire le risorse e le migliori capacità tecniche ed organizzative, ottenendo in cambio il ruolo di co-protagonisti in uno dei momenti più importanti della riscoperta di questo simbolico monumento della città, e non solo.
Mai dimenticheranno la serata dedicata esclusivamente alle maestranze coinvolte, non solo alle loro ovviamente, dove la Filarmonica diretta dal maestro Riccardo Muti regalò loro un concerto straordinario. Nel 2004 sempre la Scala affrontò la sua totale rivisitazione e nel progetto di conservazione della sua parte monumentale hanno avuto un’ulteriore opportunità. Questa volta toccarono l’apice della loro dimensione in termini di risorse umane: ai 22 soci si aggiunsero altri 15 dipendenti. Lavorarono gomito a gomito con imprese di dimensioni ragguardevoli, il loro rapporto diretto fu con una cooperativa storica, la CCLM che conoscevano già dai tempi del restauro di Palazzo Reale e che poi divenne loro punto di riferimento e cliente fidelizzato in molte altre occasioni, riconoscendo nella cooperazione una matrice che li accomunava e che li metteva in condizione di parlare un medesimo linguaggio.
Ora quella cooperativa non c’è più, travolta dalle difficoltà che tutto il settore soffre ormai da troppo tempo e che anche loro subiscono costantemente, vedendo ridurre man mano le opportunità di offrire i servizi e di conseguenza di garantire continuità lavorativa ai soci e ai collaboratori. Ciò malgrado non desistono, troppo importante il valore del patrimonio storico ed artistico dell’Italia ed impellente la sua conservazione, imprescindibile il suo ruolo nel dare coesione in un momento storico connotato sempre più da divari, divisioni e contrapposizioni. Oggi più che mai l’impegno è rivolto alla bellezza.
La bellezza in tutte le sue declinazioni, come per esempio aver operato in un ambito come quello dell’edilizia, a cui spesso la loro cooperativa fa da “contorno” e che continua ad essere dominio indiscusso del genere maschile, cercando di fare la differenza e non solo perché da sempre il 70% e oltre dei restauratori e dei soci che lavorano con loro sono donne, ma anche perché, a livello apicale la rappresentanza femminile da loro stravince… La vera sfida è quella di saper accogliere e far dialogare le differenze che i due generi sicuramente presentano, soprattutto nella vita di cantiere, valorizzando quanto la presenza maschile regala: il pragmatismo, la capacità di sintesi e, perché no, la forza muscolare che a volte manca all’altra metà del cielo!
E l’altra sfida bella è quella intrapresa nel proprio impegno inclusivo e di apertura al mondo, accettando di collaborare con persone che provengono da altri Paesi, senza fermarsi ai diversi idiomi, ma cercando un nuovo linguaggio dove ciò che prevale è l’amore e la cura per le opere su cui si lavora insieme. E ricercando la possibilità di “esportare” il proprio know-how, in una logica di condivisione che è la vera chiave di volta nel mercato globale. La cooperativa per il restauro nasce nel 1989, ha la propria sede in Milano, in viale Jenner 12/A; attualmente è composta da 9 soci. Si occupa da sempre di tutela e salvaguardia dei Beni Culturali e lo fa realizzando interventi interdisciplinari su apparati decorativi e beni di ogni tipologia materica nei settori archeologico, monumentale-architettonico e beni artistici.