cooperativa Cooperativa di Robbiano
Robbiano - Lombardia

Tenacia
Settore
Servizi
storia
1900
Nasce nel
Una testimonianza del terrore

Un centro ricreativo che attraversato il secolo scorso, resistito alla violenza fascista. La sua storia è riassunta nella testimonianza di un socio storico

La Cooperativa svolse il suo compito tranquillamente per un ventennio; ma con l’avvento del fascismo cominciò ad avere vita tormentata. Dopo le elezioni politiche del 15 maggio 1921, la situazione precipitò: gli scioperi agrari, la marcia su Roma (ottobre 1922), turbano e, in qualche regione (Emilia Romagna, Toscana), sconvolgono il Paese. Nel gennaio dell’anno seguente venne fondata a Giussano una sezione del Partito Nazionale Fascista: nessuno dei robbianesi diede il proprio nome. Nel 1924, alla vigilia delle elezioni politiche s’intensificarono le violenze fasciste. Il 6 aprile si svolsero le elezioni con una nuova legge (Acerbo) che permise ai fascisti la maggioranza assoluta in Parlamento. Robbiano votò compatto per il Partito Popolare, ad eccezione di solo otto voti. E come a Robbiano in tutta la Brianza i fascisti uscirono sconfitti. Il loro livore si manifestò in una serie di rappresaglie “con saccheggi, ferimenti e morti”.
Racconta don Beretta: «Colpite in modo particolare furono le istituzioni economiche-sociali del Monzese e della Brianza, in maggioranza cattoliche, poiché quelle socialiste erano già state in buona parte già distrutte. A Monza, per la seconda volta, danneggiarono per migliaia e migliaia di lire la tipografia sociale dove si stampava “Il Cittadino”, giornale cattolico della città; la medesima sorte subirono altri circoli e cooperative dello stesso luogo, compresa la socialista camera del lavoro. Circoli familiari, cooperative, casse del popolo subirono devastazioni e saccheggi. A Giussano i fascisti arrivarono improvvisamente in pieno giorno su di un camion e si diedero a picchiare botte con nerbi di bue all’impazzata su quanti incontravano”. Queste spedizioni punitive erano compiute da squadristi provenienti da altri paesi, edotti da fascisti locali. “La Cooperativa di Robbiano, fra quelle dei nostri dintorni, fu la prima ad essere colpita. La notte del giorno 7, alle ore 23,40, quando ormai tutti si erano ritirati al riposo e nel paese dominava piena quiete, un forte gruppo di fascisti armati (oltre una cinquantina) giunse silenzioso e si fermò davanti alla cooperativa. Rotta la lampada elettrica esterna onde evitare di essere riconosciuti, una voce chiamò il dispensiere. Questi scese dal letto e si affacciò alla finestra, ma subito dovette ritirarsi preso da spavento. Rimbombarono tosto colpi di moschetto e di rivoltella, mentre una parte degli assalitori con una grossa mazza fracassarono il cancelletto del cortile donde sfondato l’uscio di legno, penetrarono all’interno della cooperativa. Gli altri rimasti fuori a fare la guardia continuavano a sparare colpi per intimidire e tener lontano quei del paese. Infatti, coloro che abitavano la casa prospettante la cooperativa, nell’udire tanto indiavolamento, vennero alle finestre per vedere di che si trattava, ma dovettero subito ritirarsi sotto la minaccia d’essere colpiti;
e alle donne, che piene di spavento, gridavano e piangevano, una voce levatasi da quella masnada gridò: “è inutile piangere”; questo lo avete meritato con il vostro voto. I fascisti entrati in negozio fracassarono i mobili, le bilance, tutte le damigiane contenenti marsala, olio, ecc., tutte le bottiglie degli sciroppi, le scatole dei biscotti, caramelle, caffè, un barile quasi pieno di aceto; rovesciarono sul pavimento lardo, burro, i sacchi di riso, le casse di pasta e di altri commestibili, producendo un’orribile miscela impregnata di petrolio, olio, aceto e liquori. Asportarono invece gran parte del salame crudo e cotto. Dalla bottega passarono in cucina fracassandovi le stoviglie, il rame, i mobili; rubarono le posate. Entrati nel salone infransero tutto quanto serviva per la vendita del vino: misure, bicchieri, calici; spaccarono un barile pieno di marsala e un altro pieno di nebbiolo, allagandone il pavimento; vi asportarono invece tutto il salame crudo che stava appeso per la stagionatura. Tutti questi danni e rubamenti furono compiuti in una quindicina di minuti o poco più, quindi si portarono a Verano per fare altrettanto verso quella cooperativa cattolica”.