cooperativa Cap società cooperativa
Prato - Toscana

Solidarieta
Settore
Servizi
trasporto,autobus,moneta
1945
Nasce nel
Quando un biglietto del bus è diventato una moneta per la città

Da tanti anni garantiscono il trasporto pubblico locale. E la loro storia li ha resi un simbolo per la città

Cap Società Cooperative è nata il 15 Marzo 1945 a Prato. Oggi Cap è azienda di riferimento nel trasporto pubblico locale toscano. Conta oltre 312 soci e 495 dipendenti. Gestisce direttamente il servizio di trasporto pubblico nelle province di Prato, Pistoia, Firenze e nel circondario di Empoli ed è socio industriale di riferimento in CTT Nord, azienda di tpl delle province di Lucca, Pisa, Livorno e Massa Carrara. È socio, inoltre, insieme a Busitalia in Ataf Gestioni di Firenze. Tra gli altri business, Cap ha interessi nei settori della Manutenzione bus, nel Turismo e nell’Immobiliare. Intorno alla metà degli anni Settanta dello scorso secolo, l’Italia viveva una stagione particolarmente complicata dal punto di vista economico, tanto da costringere la Zecca Italiana a ridurre drasticamente la coniazione delle monete metalliche.
Un fatto che ha creato non pochi problemi e che ha portato il paese a dover trovare metodi alternativi per garantire il flusso di liquidità: le banche crearono gli “assegnini” da 100 e 200 Lire; gli esercenti ripagavano dando come resto caramelle, duro di menta o altra suppellettile che potesse colmare questo vuoto monetario. La mancanza di monete fu per Cap un vero e proprio choc, avendo da poco tempo installato a bordo dei propri bus delle macchinette emettitrici automatiche che restituivano il titolo di viaggio al pagamento della cifra richiesta. Si trattava di una vera e propria rivoluzione per il settore: Cap fu, infatti, una delle prime aziende italiane a sostituire il cosiddetto “Fattorino” a bordo con uno strumento automatico per l’emissione dei biglietti. Per ovviare al problema, gli allora dirigenti Cap decisero di creare un gettone del valore di una corsa del servizio urbano di Prato che potesse essere inserito nelle macchinette automatiche e permettere così ai cittadini di continuare ad utilizzare il bus in città. ll progetto non poteva però partire senza un tocco di gusto tutto toscano: fu così chiesto all’artista Bino Bini di impreziosire questi gettoni con decorazioni che raccontassero la storia di Prato che è anche la storia della Cap. L’espediente artistico adottato fu quello di rappresentare su una faccia un segno zodiacale, dall’altra un rimando alla città così da creare una vera e propria serie di 12 manufatti che sarebbero stati rilasciati al pubblico con cadenza alternata con l’intento di creare attesa nella cittadinanza. Le attese furono ben presto confermate e già dal primo conio emesso nel maggio 1978, i pratesi si appassionarono e iniziarono ad utilizzare questi piccoli oggetti di pregio, anche come moneta corrente per le spese di tutti i giorni.
La prima effige raffigurava uno dei monumenti artistici per eccellenza della città di Prato: il pulpito di Donatello e Michelozzo, accoppiato al segno zodiacale dei Gemelli. Il susseguirsi delle uscite di questi gettoni e il successo che esse si portavano dietro, fece sì che anche oltralpe si iniziasse a parlare di questo conio artistico tanto diffuso ed utilizzato. Il quotidiano inglese “The Guardian” il 22 giugno 1978 uscì con il titolo a 4 colonne: “Bus Company coins art”. Di simile caratura l’articolo del Suddeutsche Zeitung” di Monaco di Baviera e di altri giornali in Francia, Finlandia e persino in Giappone.
Particolare la storia del gettone realizzato in occasione dell’imminente festività del Natale. Cap voleva dedicare un augurio a tutta la cittadinanza e, oltre ad una frase ad hoc ed al segno zodiacale del Capricorno, realizzò una veduta del Castello dell’Imperatore e della Basilica di Santa Maria delle Carceri. Piacque talmente tanto questo gesto di attenzione dell’azienda verso la sua città che i pratesi passarono questo augurio alle persone più care ed agli amici lontani. I gettoni furono inviati per posta dentro una busta affrancata, come una cartolina di auguri e furono molto apprezzati per la loro originalità. Personaggi storici pratesi di rilievo, skyline della città, monumenti iconici, messaggi educativi e importanti fiere furono i temi che si susseguirono sui gettoni nei mesi a seguire.
Ormai i gettoni della Cap si erano radicati nella cultura cittadina, tanto da diventare oggetti di collezionismo per la particolarità di essere divenuti, a tutti gli effetti, una vera e propria moneta che a Prato aveva scavalcato la funzione della moneta di Stato. I gettoni sono stati un esempio del legame e dell’attenzione che Cap ha sempre dedicato e che continua dedicare alla città di Prato e ai suoi cittadini. Ancora oggi, infatti, è possibile trovare nelle case pratesi, qualche gettone gelosamente custodito come ricordo della Prato che fu.